La miglior ricetta per una bella polemica è semplice: un pizzico (anche un po’ di più) di disinformazione con comunicazione errata q.b.
Noi italiano, in quanto amanti della buona cucina, siamo ghiotti di questa “prelibatezza”, non passa giorno, infatti, in cui, sulla rete e non solo, si respiri l’invitante profumo di polemica appena sfornata (o riscaldata, a seconda dei casi).
Il problema, commesso dalle varie parti impegnate nella discussione, è sempre lo stesso: la mancata comunicazione, o meglio l’assenza di una corretta informazione, dettagli omessi, risposte date “a metà”, una buona dose di arroganza e un pizzico di saccenza (che non guasta mai).
In questi giorni, il piatto è “Referendum del 17 aprile, in guazzetto Mediterraneo alle dodici miglia, cotto a gas”.
Richiesto a gran voce da 9 regioni, il referendum riguarda il rinnovo delle concessioni estrattive di gas e petrolio entro le dodici miglia dalle coste italiane. Ne parleremo brevemente con il solo scopo di dimostrare come una cattiva comunicazione, associata al rifiuto di ascoltare e dialogare con le parti avverse, crei nient’altro che danni (e alimenti l’ignoranza).
Ma andiamo per ordine…
Per cosa si vota?
Lo abbiamo già detto, il referendum chiede ai cittadini se si vuole proporogare la concessione estrattiva di gas e petrolio per i giacimenti esistenti entro le 12 miglia dalla costa italiana.
Le 21 interessate dall’esito elettorale sono all’80% votate all’estrazione di gas metano, nota fonte di energia pulita (che col petrolio, in termini di impatto ambientale, ha poco da spartire). Queste ultime, peraltro, anche in caso di vittoria del Sì nella maggior parte dei casi continuerebbero a estrarre per altri quindici anni, fino alla scadenza dei rinnovi permessi dall’attuale normativa.
fonte: Rivista Studio
Se voto “sì”…
Votando sì, darò il mio consenso alla cessazione della concessione estrattiva, anche se il giacimento non è esaurito. In poche parole, le trivelle resteranno “in loco”, ma smetteranno di essere utilizzate.
Se voto “no”…
Votando no, darò il mio consenso alla proroga della concessione estrattiva, fino al totale esaurimento del giacimento. Insomma, la concessione viene prorogata a “tempo indeterminato”, fino a che il giacimento non sarà esaurito.
In tutto questo, associazioni ambientaliste e partiti politici sono diventati vittime (o, ahimè, in alcuni casi, fautori) di informazione incompleta, sbagliata che non ha ricevuto, in controbattuta, una comunicazione corretta che diminuisse la confusione. In tanti, infatti, non hanno compreso che
Il voto espresso nel referendum non è un voto a favore o contro le energie rinnovabili, e, a prescindere dal risultato dello stesso, non verranno costruite nuove trivelle, che sono vietate dalla legge!
Quindi: non si parla di nuove trivellazioni, non si parla di nuove perforazioni per la creazione di nuove piattaforme di estrazione (trivelle) e, probabilmente, non si parla nemmeno della fine del mondo così come lo conosciamo ( 😀 ).
In conclusione, voglio darvi un consiglio, che vale sempre: per verificare una qualsiasi informazione è sufficiente fare una bella ricerca su Google. Ed è anche un ottimo metodo per acquisire informazioni utilizzabili in un dialogo e favorire così una corretta informazione con gli altri). Una volta effettuate le vostre verifiche, potrete votaree secondo coscienza, in piena coscienza (dei fatti).
Vuoi saper comunicare in maniera corretta? Tutto parte dalla tua “sete di verità”, impara a riconoscere le “bufale” (ormai tanto di moda nel web) ed utilizza i mezzi di informazione a tua disposizione per conoscere in maniera completa tutte le sfumature di un fatto. In questo modo, potrai dare una corretta informazione ai tuoi amici e parenti… e se poi anche loro faranno lo stesso, non ci sarà più bisogno di cucinare la “polemica all’italiana”